giovedì 14 dicembre 2017

pc 14 dicembre - Al funerale di Laura la rossa... dai compagni di Torino e Asti in un racconto che tanti altri compagni, in tante altre città di Italia possono fare

Il 9 dicembre si sono tenuti i funerali di Laura la rossa

Da infoaut alcuni pensieri dei compagni piemontesi che l'hanno conosciuta negli ultimi anni di una vita militante vissuta con generosità e passione

Nella nostra vita di militanti ovunque ci giriamo c'è Laura la Rossa. All'università occupata di Napoli, al Redipuglia di Genova, a qualunque manifestazione per la Palestina in qualunque posto, dietro tutte le barricate dell'autorganizzazione, accanto a tutti compagni in lotta. Ad inventarsi le streghe in una città torturata come Taranto, a costruire comunità resistenti nelle periferie piemontesi. A regalare umanità, a raccontare storie, a scrivere la storia. Lei c'è Sempre, ovunque. Senza nessuna retorica, senza protagonismo individuale, con quel sorriso a 70 denti che è il manifesto dell'allegria e lotta. Appassionata e verace come i tamburi di Taranto, coriacea e resistente come una palestinese, autonoma e determinata come le radici piemontesi.
Bellissima, come tutte le compagne che hanno il comunismo nel cuore e la lotta nei polmoni.
Laura la Rossa è una di noi, è nostra sorella.
Leila, sua figlia, è nostra figlia. Ciao Laura
I compagni e le compagne dell'Askatasuna
--------------------
La conosci Laura? Ma si... quella che avevamo incontrata a quel meeting internazionalista in spagna negli anni '90. Dai, sicuramente l'avrai vista ad Alba nel collettivo Entropia, era quella che aveva
portata al centro la questione palestinese... arrivava sempre con la sua bimba piccola, Leyla. Non so, io ricordo una tipa che si chiama Laura, capelli rossi, ricci, ma l'avevo conosciuta ad Asti al Coordinamento Asti Est pronta e accalorata nella lotta per il diritto all'abitare. Io l'avevo conosciuta nel collettivo dell' Ex Mutua Occupata, la ricordo per la focosità con la quale argomentava la questione Ilva di Taranto e delle battaglie in Val Susa, si macinava centinaia di chilometri la settimana per partecipare alle riunioni e inizitive di Asti. Mah... io ho un quadro in ufficio che raffigura una scena di scontri tra palestinesi e polizia israeliana, l'autrice si chiamava Laura, ma non so se siano la stessa persona. Beh, una Laura battagliera io l'ho conosciuta in Val Susa; nelle assemblee e nei cortei c'era sempre, mai mancato uno. Io ho conosciuta una Laura a Taranto che corrisponde a quella descrizione nel collettivo della Città Vecchia. Io l'ho vista a Milano al corteo, io l'ho conosciuta a Roma all'assemblea, io a Genova durante i giorni del g8, io qui, io li.... Sono pochi a non aver avuto il piacere di conoscere Laura. Laura è sempre stata presente finchè ha potuto. Laura l'hai sentita prendere parola nelle assemblee, finchè la forza le ha concesso di muoversi. Laura l'hai sicuramente vista in corteo, qualsiasi che ti venga in mente, non si è mai sottratta, finchè un male bastardo non l'ha presa. Laura l'hai vista anche in lacrime, nelle riunioni, a gridare la necessità della solidarietà con i popoli in lotta di tutto il mondo, vicini e lontani. E lo ha fatto finchè ha avuto la forza di sopportare il dolore che le affliggeva le gambe e poi tutto il corpo. Ostinazione, prima di tutto. E con quella ostinazione continuiamo a sentirla viva, con noi, al nostro fianco. L'ostinazione di chi non cede. Di chi non media. Di chi non si ferma. L'ostinazione di chi si rialza, sempre fino alla fine. L'ostinazione di vivere. L'ostinazione di volerla viva. Nessuno cancellerà mai questa nostra testardaggine. Non è far finta di, non è non voler guardare in faccia la realtà. E' il desiderio ostinato di volerla cambiare questa realtà. Oggi nessuno di noi dovrà dire che Laura non c'è più. Semplicemente, da oggi, Laura si è data un nuovo compito: passare dai nostri occhi al nostro cuore per alimentarlo di coraggio di desiderio di ostinazione. Laura non muore, Laura vive.
I/Le Compagni/e di Asti

Nessun commento:

Posta un commento